SANREMO 2025: le pagelle della seconda serata
I miei commenti ironici, pungenti, “trash”… Alle esibizioni (e non solo) del Festival!
☕️ Prima di iniziare la lettura, se ti va, sostieni questa faticosa maratona offrendomi un caffè: ne avrò proprio bisogno, grazie!!!
Come da tradizione, dopo la pagella della prima serata (che trovate qui) in quelle successive, per non essere ripetitivo nonostante sappiamo benissimo che dopo ulteriori ascolti i nostri pareri spesso cambiano, i miei commenti della seconda e terza serata non avranno “voti” ma “giudizi” dei 3 top e 3 flop.
Vi ricordo che le mie pagelle di Sanremo, dalla seconda in poi, non vi arriveranno per mail per non intasarvi la casella, perciò potete leggerle trovando il link sui miei canali social a ogni uscita oppure andando direttamente nella home della newsletter cliccando qui.
I miei commenti live invece li pubblico come al solito nelle storie del mio profilo Instagram durante le varie serate, mentre se volete entrare nel mio gruppo Telegram di Sanremo lo trovate qui.
E ora la pagella della SECONDA SERATA!
💐 Momenti:
Intanto abbiamo iniziato subito con una bella sorpresa: Alessandro Cattelan, che resta a parer mio uno dei pochi fuoriclasse che ci sono rimasti, ha presentato le “nuove proposte” in finale. Purtroppo però subito dopo la prima manche Carlo Conti ha sfoggiato una delle scene forse più incoerenti che vedremo in questo Sanremo:
“Diciamolo anche noi maschietti: se una donna dice NO, è NO!”
Lo ha sostenuto appunto lo stesso Conti dopo l’esibizione di Vale LP e Lil Jolie, vedendo i loro cartelli, peccato però che questo non lo abbia ricordato anche a Tony Effe, che lui stesso ha invitato al Festival nonostante i suoi testi a maggioranza sessisti, misogini e violenti che, di certo, non inviano bei messaggi soprattutto alle generazioni più giovani.
Nel frattempo la vittoria dei due ragazzi che accedono alla finale (Alex Wyse e Settembre) è stata più scontata degli/delle ex che ti scrivono “Ciao come stai?” appena si sono lasciate/i… A discapito di Maria Tomba, che ho letteralmente amato da quando ha cantato “America” e “Sono un ribelle mamma” a XFactor, e che all’Ariston si è presentata in pigiama, iconica come sempre, con un messaggio alquanto “socialmente utile” nel testo e sulla schiena:
Dopo nemmeno mezz’ora Damiano David e Alessandro Borghi, insieme a suo nipote Vittorio, hanno poi mandato a letto 1/4 del pubblico maschile, a piangere, con l’autostima sotto i piedi.
Non contento, per quanto riguarda la presentazione di Bianca Balti, la straordinaria Bianca Balti, Conti è “scivolato” rovinosamente ricevendo sui social un’ondata di critiche (no, non solo la mia…).
“Non vengo a fare la malata” aveva infatti detto la top model in conferenza stampa, eppure queste sono state le parole di Carlo Conti appena arrivata: “Una mamma e soprattutto una GUERRIERA”.
Ah, beh… Abbiamo recepito il messaggio di lei vedo, e in pieno stile Tele Meloni pure stasera. Ma non contento pochi minuti dopo ha anche aggiunto: “Un ESEMPIO FORTE per tante donne…”, dimenticando quindi quelle donne che si trovavano nella stessa condizione ma che si abbattono, o che peggio non ce la fanno contro un cancro (e che evidentemente valgono di meno o sono state meno forti?).
Menomale Bianca Balti, con il suo solito sorriso pazzesco, gli ha risposto: “soprattutto un esempio per tanti uomini!”. Game, set, match.
👍🏻 Top 3
LUCIO CORSI (“Volevo essere un duro”):
Accolto con un “rumoreggiare” positivo a ribadire la posizione in top five, poi riconfermata. Suona, tiene il palco da giovane cantautore ormai navigato dalla tanta gavetta. Maglietta di Gatto Silvestro vestendo sopra con il suo solito stile, autentico e riconoscibile come sempre. E poi la tenerezza di quel “Non sono altro che Lucio, non sono altro che Lucio…” finale che a me strazia ogni volta e fa venire voglia di abbracciarlo, davvero, e dirgli grazie Lucio perché la bella musica esiste e resiste anche con te, tra poesia e lotta agli stereotipi più tossici e performativi.
GIUDIZIO: vincit… no, un momento, non gliela gufiamo.
GIORGIA (“La cura per me”):
Elegante e raffinata, talentuosa, magnetica. Stasera è stata lei a prendersi tutta la scena, ricordando com’è che si canta con il suo “computer in gola”, alla faccia di chi abusa dell’autotune perché incapace a fare l’unica cosa che dovrebbe sapere, cantare. E intanto l’Ariston esplode sia a metà e che a fine esibizione, mentre io vorrei tanto che mi vocalizzasse tutto l’elenco telefonico come solo lei sa fare. Incredibile. Nonostante, e lo ribadisco, avrebbe meritato un brano più forte che non facesse dire solo “brava!” ma anche “bello!”.
GIUDIZIO: superiore.
FEDEZ (“Battito”):
C’è già chi grida allo scandalo per l’eventuale peso della sua fanbase al televoto, visto l’ingresso nella prima cinquina al posto dell’ottimo Dario Brunori, ma ignorare solo per antipatia che la canzone di Fedez sia una bomba è sciocco: il testo è efficacissimo, l’arrangiamento coerente con ciò che vuole comunicare e lui ha fatto una delle performance migliori della seconda serata. C’è sofferenza e verità, ma soprattutto credibilità, e speriamo che sia per lui l’inizio di una ripartenza, e anche un po’ per noi, per imparare a vedere l’arte oltre la persona ogni tanto, spogliandoci di qualche pregiudizio.
GIUDIZIO: “boppone”, come dicono giovani d’oggi.
👎🏻 Flop 3
MARCELLA BELLA (“Pelle diamante”):
Lei canta bene e sa stare sul palco, ballerine appresso, perciò massimo rispetto per la carriera e per il confronto già espresso con certe giovani di oggi (io pagherei oro per arrivare alla sua età con il suo carisma, e pure con l’elasticità di Ranieri…), ma la canzone continua a essere brutta, oggi più di ieri, e rischia di far restare perfino antipatici gli importanti principi femministi che vorrebbe trasmettere ma che, a mio parere, meriterebbero un manifesto migliore.
GIUDIZIO: controproducente.
RKOMI (“Il ritmo delle cose”):
“Quando scrivevo io eravamo in due, adesso sono in dieci…”, commenta Malgioglio presentando la sfilza degli autori del brano di Rkomi, e tu pensa cosa è uscito fuori pur mettendoci sopra dieci cervelli: uno dei brani più piatti di questa edizione. Perché sì, senz’altro sarà un riscatto rispetto alla precedente partecipazione, o almeno glielo auguro, ma insomma Mirko potrebbe fare meglio, magari smettendola di cantare in corsivœ…
GIUDIZIO: ripartiamo dalla dizione.
THE KOLORS (“Tu con chi fai l’amore”):
Mi ha già annoiato a febbraio, pensa arrivare all’estate 2025…
GIUDIZIO: ne ho approfittato per iniziare a scrivere queste pagelle.
👗 Il miglior outfit
ACHILLE LAURO
⭐️ La migliore esibizione
GIORGIA
📋 Conduzione
CARLO CONTI:
Forse qualche soffiata in diretta lo ha portato a una triste gag riparatrice con Nino Frassica riguardo il fatto che “gli ascolti non si dovrebbero fare con la TV del dolore”… Peccato che il suo rapportarsi a Bianca Balti sia stato quasi sempre pietistico e paternalistico, come raccontato a inizio articolo, e dopo il ricordo abilista di Sammy Basso insieme a Jovanotti durante la prima serata ha comunque proseguito con una serie di danni che nemmeno un elefante in una cristalleria di Murano… Vi prego, qualcuno gli faccia un corso di formazione su “Diversity & Inclusion” (in caso mi propongo a gratis), ché se accetti di condurre il programma più seguito dell’anno devi assumertene anche la responsabilità comunicativa. Ripetiamolo insieme: le parole sono importanti e le buone intenzioni non bastano perché il linguaggio crea la cultura, e quindi gli atteggiamenti delle persone verso le altre persone. Per il resto, ancora tutto troppo lineare e sciapo.
GIUDIZIO: resettiamo?
BIANCA BALTI:
Regina indiscussa della serata, e non per compassione o pietismo ma per l’eleganza (abiti, se non erro, di Valentino, Armani Privé, Fendi e Cavalli), la simpatia e l’autoironia, l’umiltà, la spigliatezza e soprattutto la “cazzimma” che in un paio di occasioni, a prescindere da come si sia sentita e da cosa abbia pensato realmente, ha fatto trapelare, per esempio lanciando una frecciatina alle parole oggettivamente goffe (ma direi più infelici) di Carlo Conti nel rapportarsi a lei. Che poi non sapremo mai se la TV del dolore tanto criticata dal conduttore sia stata proprio la causa dell’averla invitata, per fare ascolti, ma a noi non interessa: è stata splendida, ricordando semplicemente attraverso se stessa messaggi che tante parole arzigogolate non potranno mai trasmettere. Questa l’unica vera lezione che dovevamo apprendere, la normalizzazione al di là della malattia.
GIUDIZIO: totale.
CRISTIANO MALGIOGLIO:
Ha “salvato” la serata esattamente come ha fatto Gerry Scotti all’apertura. Ironico e autoironico come sempre, ormai nel ruolo di “macchietta” accanto a Carlo Conti ma tant’è: il meccanismo è ben rodato dal programma “Tale e Quale”, piace e funziona su buona parte del pubblico, perciò è stata forse la scelta strategica migliore (e più scontata). Come dire, cadiamo in piedi almeno per una sera, giusto per navigare in acque calme e prendere respiro… Peccato che non sia stato sufficiente a dare, anche stasera, quel “di più” in grado di stupire, o quantomeno convincere lasciando davvero qualcosa.
GIUDIZIO: mitico.
NINO FRASSICA:
Terrò fuori la mia leggera antipatia verso di lui (oh, ognuna/o c’ha i riferimenti comici suoi…), ma l’ho trovato un “di più” evitabile, con battute che forse mi avrebbero fatto sorridere alle scuole elementari. Sicuramente sarò limitato io, visto un certo entusiasmo sui social, ma la vera rottura (in positivo) sarebbe stato un bel Maccio Capatonda, allora sì… Comunque massima stima per essere restato con la parrucca praticamente tutto il tempo, anche se sembrava più un onigiri che Cristiano Malgioglio.
GIUDIZIO: boh.
PS: ricordo che le mie pagelle sanremesi sono un modo leggero per intrattenere chi mi segue senza alcuna velleità tecnica, basandomi puramente su gusti puramente personali (e un po’ di sana goliardia).