Se esistesse uno “Squid Game” della disabilità come sarebbe?
Un gioco simile esiste già e riguarda problematiche reali e costanti, frutto di barriere fisiche ma soprattutto culturali.
“Vorrei dare un caloroso benvenuto a tutti voi... Durante i prossimi sei giorni parteciperete a un totale di sei giochi, coloro che riusciranno a completarli con successo riceveranno un premio in denaro. Tutti voi presenti in questa stanza ormai vivete le vostre vite al limite: noi non vogliamo in nessun modo farvi del male, siamo qui soltanto per darvi un’opportunità.”
Immaginate di essere una persona con disabilità che si sposta in carrozzina o che ha delle difficoltà sensoriali, e quindi di dover affrontare ogni giorno delle sfide per arrivare alla sera sana e salva.
Ah, no, aspettate, questo gioco esiste già e si chiama “vita”.
Vabbè… Ipotizziamo comunque che esista uno “Squid Game della disabilità”, quali sarebbero i sei giochi da svolgere? Ho provato a immaginarmelo ed ecco cosa è venuto fuori: buona partecipazione.
1) Il percorso della morte
Obiettivo: uscire di casa e raggiungere il proprio luogo di lavoro (ammesso ne abbiate trovato uno, essendo disabili…).
Regole:
Utilizzare il proprio ausilio (carrozzina, bastone, cane guida…) per superare gli ostacoli che si incontrano come buche nell’asfalto, marciapiedi senza scivoli oppure occupati dai bidoni dell’immondizia, auto e motorini parcheggiati ovunque…;
Non è possibile chiedere aiuto a passanti ma tutto il tragitto deve essere svolto in totale autonomia;
Questo gioco non ha limiti di tempo;
Vince semplicemente chi arriva al traguardo indenne, senza cadere a terra o bloccarsi lungo il tragitto.
2) La rampa impossibile
Obiettivo: raggiungere la cima di una rampa ripida e mal progettata.
Regole:
Chi si sposta in carrozzina deve salire una rampa con una pendenza superiore a quella consentita per legge (dell’8%), senza alcun aiuto;
La superficie della rampa potrebbe essere in alcuni punti bagnata per simulare la pioggia o interrotta da ostacoli come ghiaia, terra o detriti;
Vince chi arriva in cima senza cappottarsi.
3) L’Ascensore fantasma
Obiettivo: raggiungere il quinto e ultimo piano di un vecchio edificio senza ascensore.
Regole:
Chi gioca deve trovare un modo creativo per salire ciascun piano (trascinarsi con il culo per terra, convincere persone a caso a farsi portare in spalla da loro, costruire un sistema di carrucole…);
Le scale sono strette e non c'è spazio per salire con la carrozzina;
Tempo limite di 10 minuti.
4) Il bagno prigione
Obiettivo: usare un bagno pubblico non a norma di Legge.
Regole:
Lo spazio è troppo stretto per entrare e muoversi liberamente in carrozzina;
Gli accessori utili (maniglioni, lavabo, WC…) sono posizionati troppo in alto;
Le condizioni igieniche, non essendo un bagno riservato a persone con disabilità, sono alquanto precarie;
Vince chi riesce a usare il bagno senza rompere qualcosa, farsela addosso o contrarre qualche infezione.
5) Il viaggio della speranza
Obiettivo: salire su un mezzo pubblico senza assistenza.
Regole:
Il veicolo non ha una pedana oppure ce l’ha rotta, e il conducente si rifiuta di aiutare “per non perdere tempo”;
Chi gioca deve trovare un modo per entrare utilizzando soltanto le proprie risorse;
Tempo limite di 5 minuti prima che il mezzo parta lasciando a terra chi gioca;
Si ha mezz’ora di tempo per ritentare con i due mezzi successivi (ammesso arrivino puntuali…), dopodiché si è eliminati.
6) Il labirinto automatizzato
Obiettivo: entrare in un edificio con porte girevoli o non adeguate.
Regole:
Ci sono 20 porte fisse e pesanti, con spazi ridotti, maniglioni scomodi, che girano in continuazione o che si chiudono da sole troppo in fretta, facendo resistenza;
Chi partecipa deve attraversarle tutte entro 5 minuti senza bloccarsi o farsi schiacciare.
Una volta superati tutti e sei i giochi sarà il gioco finale a ufficializzare la vincitrice o il vincitore, attraverso…
7) Il certificato impossibile (livello finale)
Obiettivo: ottenere un certificato di invalidità.
Regole:
Chi gioca deve attraversare un percorso stavolta burocratico fatto di edifici senza ascensori o montascale guasti, moduli difficili da compilare, burocrazia inutilmente complessa e persone impiegate poco collaborative o impreparate, rimpallando tra diversi uffici;
Vince la prima persona che riesce a completare la procedura per essere dichiarata ufficialmente disabile!
L’idea di uno “Squid Game della disabilità” può far sorridere al solo immaginarlo, in realtà se ci fermiamo a riflettere capiamo che riguarda temi e problematiche reali e costanti, frutto di barriere non solo architettoniche ma soprattutto culturali.
Se vogliamo davvero che la vita delle persone con disabilità non diventi un insieme di sfide estenuanti, ricordiamoci che l’esasperazione delle difficoltà altrui siamo spesso noi a causarla: cerchiamo di fare la nostra parte, ogni giorno, senza voltarci verso la direzione opposta.
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Credo che già superare il punto 3 sia particolarmente difficile, figuriamoci arrivare all'ultimo. Mi vergogno e ci penso ogni volta che camminando per strada o entrando in un locale, un ufficio, mi chiedo come una persona in carrozzina o con altre difficoltà (imposte) possa riuscire a superare certi ostacoli così egoisti e posti con tanta superficialità, senza avere neanche un pensiero a chi non ha la possibilità di saltare, arrampicarsi, vedere, superare agevolmente ostacoli di qualunque genere che non lo sono per chi ha tutte le abilità necessarie. Siamo degli stronzi, si può dire?
Su uno di quei bagni per disabili non a norma io mi sono rotta entrambe le ginocchia e non potrò più camminare nemmeno con l'ausilio di un deambulatore come facevo prima