SANREMO 2025: le pagelle della terza serata
I miei commenti ironici, pungenti, “trash”… Alle esibizioni (e non solo) del Festival!
☕️ Prima di iniziare la lettura, se ti va, sostieni questa faticosa maratona offrendomi un caffè: ne avrò proprio bisogno, grazie!!!
Eccoci arrivati al giro di boa con la terza serata, e anche per questa puntata i miei commenti non avranno “voti” ma “giudizi” dei 3 top e 3 flop.
Vi ricordo che le mie pagelle di Sanremo, dalla seconda in poi, non vi arriveranno per mail per non intasarvi la casella, perciò potete leggerle trovando il link sui miei canali social a ogni uscita oppure andando direttamente nella home della newsletter cliccando qui.
I miei commenti live invece li pubblico come al solito nelle storie del mio profilo Instagram durante le varie serate, mentre se volete entrare nel mio gruppo Telegram di Sanremo lo trovate qui.
E ora la pagella della TERZA SERATA!
💐 Momenti:
Colgo l’occasione per una domanda che mi tormenta ormai da tre giorni, ché magari voi avete una risposta o quantomeno mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate: non voglio passare da noioso complottista, sia chiaro, ma com’è che siamo passati dalla classica “Perché Sanremo è Sanremo” a una sigla vagamente sovranista? E soprattutto così brutta? Bah!
Che poi, dopo il terzo ringraziamento alle Forze dell’Ordine (per carità, importantissime, ma magari una volta sarebbe stata sufficiente mentre questa “ossessione” risulta un po’ palese) e al Ministro Crosetto, due domande sull’allineamento-governativo eccessivo uno se le fa, no?
E menomale che Conti non voleva fare politica, ne ha fatta più lui in tre serate con il “non detto” che Amadeus in tutti gli ultimi anni…
Detto questo, ad aprire è stato Bennato con “Sono solo canzonette” e io ho sofferto da morire per lui perché oggi avrà sicuramente la cervicale da quanto alto gli hanno messo il microfono…
Per sua fortuna (e meno nostra, perché lo avrei ascoltato molto volentieri) dopo sette minuti lo hanno letteralmente buttato dietro le quinte, in stile “contiano” (che comunque apprezzo, eh, ma ci tornerò) mentre Amadeus gli avrebbe fatto sicuramente cantare mezza discografia tenendocelo un’ora.
Intanto mentre il bambino di sei anni ospite della seconda serata ha suonato il piano divinamente, quello della terza, l’undicenne Samuele Parodi, ha detto di saper cantare, recitare e ballare, oltre a sapere tutto di Sanremo a memoria, mentre io alle scuole medie al massimo suonavo il flauto dolce con il naso o avevo imparato i nomi di - quasi - tutte le evoluzioni dei Pokémon... Perciò sì, insomma, questi piccoli prodigi farebbero venire la sindrome dell’impostore a ogni minimo traguardo raggiunto, pensando che tanto nella vita a 30/40/60 anni non avremo comunque combinato mai abbastanza rispetto a loro!
A proposito di sindrome…
Immancabile ormai il momento “Sanremo per il sociale” con ospite questa volta la compagnia del Teatro Patologico, realtà sulla quale non mi soffermerò perché non è questo il punto, bensì le sole parole di Carlo Conti nel presentare le persone che ne fanno parte:
“Soffrono di disabilità… La vita senza di loro sarebbe una noia pazzesca… Teatro come cura… I ragazzi…”
Eccoci qua, di nuovo. Dare in pasto al pubblico persone disabili senza affrontare mezzo tema se non egocentrismo, dicendo il nulla tranne patologizzazione e pietismo nel raccontare quella che dovrebbe essere un’attività lavorativa inclusiva, senza sovrastrutture, dove le persone si divertono ma soprattutto, appunto, lavorano come artiste e artisti veri e non per passatempo. Sono brave e bravi davvero senza il bisogno di commiserazione.
Siamo dunque passati dall’inspiration porn di Sammy Basso all’eroificazione di Bianca Balti, fino adesso all’infantilizzazione di persone adulte con una qualche disabilità mentale.
Non stiamo parlando soltanto di disable-washing (perché far conoscere realtà sociali fa di certo bene!) ma di un uso sbagliatissimo delle parole: quando si vuol parlare di qualcosa bisogna sapere come parlarne, altrimenti meglio non farlo per evitare di rafforzare pericolosi stereotipi e luoghi comuni. Perché no, i fatti non contano più delle parole, anzi, essendo le parole che creano la cultura e quindi i fatti stessi dovremmo prestare loro la massima cura e attenzione, preparandosi prima.
In collegamento dal Suzuki Stage arriva per fortuna tutta la potenza di “Vietato morire”, una canzone che purtroppo resta ancora drammaticamente attuale, tra le più significative degli ultimi dieci anni. In una carrellata di testi banali, vuoti o perfino misogini, Ermal Meta ancora ci ricorda come si faccia la Musica migliore. Brividi.
Mi piace pensare che John Travolta ieri abbia guardato l’esibizione super professionale dei Duran Duran (con la spettacolare Victoria de Angelis) e si sia infuriato ripensando a quello che gli è toccato fare l’anno scorso… Comunque loro sono ufficialmente gli “One Direction” dei nostri genitori e ci vuol coraggio per polemizzare pure sulla loro presenza, eh (sì, ho letto pure quello, che son “vecchi”… mentre noi abbiamo ancora i Pooh - che rispetto).
Concludo con questa mia storia Instagram pubblicata mercoledì sera poco dopo le 21:
Che dire, per i numeri del lotto o lettura dei tarocchi scrivetemi pure in privato!
👍🏻 Top 3
BRUNORI SAS (“L’albero delle noci”):
Probabilmente non vincerà, d’altronde siamo perdenti un po’ come “il giovane Mario”, ma forse va bene così, perché ha cantato come sempre l’amore e come solo lui sa fare, con malinconica poesia: “hai cambiato l’architettura e le proporzioni del mio cuore” è forse la frase più bella di questa edizione di Sanremo. Grazie Dario, anche se chi ti ascolta da tempo come me non lo hai sorpreso per nulla.
GIUDIZIO: garanzia.
JOAN THIELE (“Eco”):
Più la ascolto e più mi piace, è lei la rivelazione di quest’anno. Un cantautorato ricercato, lei elegante e profonda nella scrittura e nella voce. Retró e attuale allo stesso tempo. Forse è proprio questa sua complessità che non le ha permesso, secondo me, il risalto che si meriterebbe con questo brano. Ho trovato squallidi alcuni commenti sulla sua estetica, come se Sanremo fosse equiparabile a Miss Italia e non un festival della canzone: allora vado contro la mia morale e un commento frivolo lo faccio pure io, Joan Thiele è pure bella. Di una bellezza d’altri tempi. E chi non vede oltre mi fa sempre tanta tristezza.
GIUDIZIO: raffinata professionalità.
COMA_COSE (“Cuoricini”):
La commozione di Olly non mi è stata certo indifferente, né l’entusiasmo del pubblico, però c’è una questione che non posso ignorare perché l’avevo predetta nella mia prima pagella: martedì “mèh”, mercoledì “ma sai che…”, giovedì è stato tutto un “CUORICINIII CUORICINIII POI MI UCCIDIII POI MI UCCUDIII”! Finalmente un po’ di giusta critica sociale, né troppa né poca, con quel sound dance che entra in testa e, temo, non ci mollerà per un bel po’. Dunque ammetto di rimangiarmi quanto detto: mi mancano i Coma_Cose romantici e melensi? Certo che sì, tantissimo, ma pure questa versione non è niente male.
GIUDIZIO: ipnotici.
👎🏻 Flop 3
SARAH TOSCANO (“Amarcord”):
Forse è arrivato il momento che certe nuove generazioni inizino a pensare meno ad Istagram/TikTok, e a mossette varie per giunta con l’aria un po’ scazzata che fa tanto “baddie” oggi, e un po’ più all’intonazione… Peccato, ma di questa sera specialmente salvo solo la sua dedizione per il Fantasanremo e l’outfit molto meno “Street Fighter” rispetto al primo.
GIUDIZIO: rimandata a settembre.
TONY EFFE (“Damme ‘na mano”):
Niente, la reference di bravo ragazzo “de borgata” un po’ Mannarino e un po’ Califano di una volta proprio non mi va giù… E quasi non vedo l’ora che sforni un’altra canzone sessista e misogina per indicarlo tipo il bulletto dei Simpson e urlare “AH-AH!”, del tipo che è stata tutta apparenza (evitabilissima). Nel frattempo mia sorella Costanza non smette di cantare il suo ritornello: indicativo, sicuramente, e mi fa sentire tanto vecchio.
GIUDIZIO: paravento.
SHABLO ft. GUÉ, JOSHUA, TORMENTO (“La mia parola”):
Io davvero non so come mai ma appena arrivano loro il mio cervello si spegne e mi perdo, che Massimo Ranieri a confronto è una crasi tra Fiorello e Raffaella Carrà… Ma pure questa cosa che il concorrente principale sia l’unico che non canta, boh. Continuo a sentirmi vecchio.
GIUDIZIO: noiosi.
👗 Il miglior outfit
IRAMA (molto utile se si aggrappasse al retro della mia carrozzina a motore quando viaggio di notte per non farmi investire dalle auto)
⭐️ La migliore esibizione
Brunori SaS e Joan Thiele parimerito
📋 Conduzione
CARLO CONTI:
Io davvero mi auguro che sabato sera scenda dalle scale Valerio Lundini e urli sbracciandosi “FERMI!!! ERA TUTTO UNO SCHERZO!!! UNA GAG STUDIATA A TAVOLINO!!!” (se non avete visto il suo modo dissacrante - intelligente e veramente inclusivo - di trattare la disabilità, guardate la puntata sul tema di “Faccende complicate”, la trovate qui), perché quest’anno come apre bocca su certi temi sono parole sbagliate. E lo dico con dispiacere perché A ME CONTI PIACE, e non per campanilismo ma perché BRAVO, eppure non comprendo perché non ci si voglia formare/documentare circa un tema prima di parlarne, se lo si vuole fare. Aprire un libro? Pagare un consulente tre ore? Perché dobbiamo sempre voler saper fare tutto, pensando di saperlo fare? Stasera non ho proprio le forze di pensare ad altro, però un merito continuo a riconoscerglielo: il ritmo. Serata ancora veloce, dove le canzoni sono al centro, peccato che qualche intermezzo di spessore avrebbe aiutato a non rendere tutto piatto, sopperendo a certi scivoloni che no, occupandomi di comunicazione inclusiva non posso ignorare né accettare (e non parlo, se fosse necessario ribadirlo, della scelta delle ospitate in sé, ma del modo di rappresentarle e raccontarle).
GIUDIZIO: la speranza è l’ultima a morire.
KATIA FOLLESA:
Ironica ed esplosiva come sempre, simpatica vera, brillante e capace. Quando ci decidiamo a darle maggiore spazio in TV? Dopo Gerry Scotti la prima sera e Malgioglio la seconda, è lei a salvare la terza serata. Un unico appunto arrivatomi anche da tante donne “oversize”: un po’ meno battute forzate sul peso e sul fatto di non essere bella come le altre donne sul palco, concentrandosi su altro, sarebbe stato gradito. Mi suona come quando una persona disabile deve fare autoironia forzata (e lo dico da autoironico, lo sapete - spero) per rompere il ghiaccio e sentirsi incluso in mezzo alle altre persone “normodotate”. Cito il messaggio di una mia follower: «come se noi grasse potessimo esserci solo se insieme ci giustifichiamo, dimostrando che sì, sappiamo di essere inguardabili, però almeno potete ridere di noi (anzi CON NOI - perché quanto cazzo siamo simpatiche, non vi nascondiamo nemmeno che per indossare i vestiti eleganti ci serve la panciera)». Ecco, tutto qui, senza polemica ma riportando solo un sentire arrivatomi bello forte, e che credo debba essere ascoltato e considerato per una migliore emancipazione della così detta “fat acceptance” o “body positivity” che dir si voglia.
GIUDIZIO: divertente.
MIRIAM LEONE:
Non saprei oggettivamente cosa dire di lei, perché al di là della sua incredibile bellezza non mi è rimasto impresso altro se non la pubblicità a Oriana Fallaci descritta come “raccontatrice della verità”: ma quale verità? Quella islamofobica e intollerante dell’ultimo periodo? Davvero anche questa marketta non è stata un posizionamento allineato al Governo? A pensar male si fa peccato, lo so, e ora starete già paragonandomi a qualche terrapiattista, però insomma manco a fa’ così eh… Mi dispiace, ma nei suoi stacchi ho preferito mettermi a scrivere queste pagelle, il che la dice lunga.
GIUDIZIO: nessuno.
ELETTRA LAMBORGHINI:
“Hai visto che lungo (il marito, ndr)? Tutto proporzionato!”. Ora, a qualcuna/o sembrerà una battutona tanto genuina e divertente e qualcuna/o dirà che sono un bacchettone pesantone… Ma a me non ha fatto ridere. Cioè, non diverte proprio lei nonostante l’aria da brava ragazza (e magari lo è davvero, la vicina di pianerottolo ideale, non mi permetterei mai di giudicare la persona non sapendo nulla personalmente di lei)… Ma sono anni che mi chiedo quanto Elettra Lamborghini ci sia e quanto ci faccia, quanto sia spontanea e quanto “scritturata”, e ancora non riesco a darmi una risposta chiara. Ecco, sì, forse vorrei conoscerla davvero per togliermi il dubbio della sua genuinità, e magari diventeremmo pure ottimi amici. Lo spero perché credo nelle persone buone, soprattutto se si dimostrano l’opposto dello stereotipo che incarnano, e poi per farmi raccomandare e farmi “truccare” il motore della mia carrozzina… Nel frattempo continua a essere un enorme punto interrogativo, tranne gli abiti sempre bellissimi che indossa.
GIUDIZIO: sospeso.
PS: ricordo che le mie pagelle sanremesi sono un modo leggero per intrattenere chi mi segue senza alcuna velleità tecnica, basandomi puramente su gusti puramente personali (e un po’ di sana goliardia).